Ombrello giallo

Era appena scoppiato il primo temporale dell’anno e io, ovviamente, mi ero fatta cogliere impreparata.
La mia reazione istintiva fu quella di cercare un riparo, iniziai a correre sui sampietrini e anche se le mie décolleté cercarono di impedirmelo trovai in fretta un luogo in cui rifugiarmi, ovvero il minuscolo arco di un portone.
All'inizio mi illusi che quei cinque centimetri di marmo potessero proteggermi, ma bastarono pochi secondi per rendermi conto che la mia era stata una scelta del tutto infelice.
In breve cominciai a sentire gli abiti avvinghiarsi al mio corpo, ma non avevo il coraggio di affrontare quella cascata d’acqua per andare alla ricerca di un posto più riparato.
Quel temporale era così forte che in giro non c’erano neanche gli ambulanti.
Dopo dieci interminabili minuti avevo quasi terminato la lista delle imprecazioni possibili e quando avevo perso anche l'ultima speranza di conservare asciutta almeno la schiena vidi avvicinarsi un ombrello giallo.
“Se vuoi ti scorto fino a quel bar” disse una voce calda e rilassata “non è molto ma, almeno puoi smettere di bagnarti per un po’ ”
“Ma no, non si preoccupi… Sicuramente tra poco smetterà.”
Oh no. Cosa avevo fatto? Perché avevo rifiutato? Rischiavo di rimanere lì per sempre. Maledetta me e maledetta anche la voce di mia nonna che mi diceva di non dare confidenza agli sconosciuti.
“Non vorrei sembrare insistente, ma il meteo dice che continuerà fino a domattina e a breve, in realtà, è previsto un peggioramento”
Respirai a fondo. Misi a fuoco la figura sotto l’ombrello, era un ragazzo con un sorriso dolce, gli occhi grandi, la barba curata e C-3PO sulla maglietta.
Ok, era carino, fan di Star Wars e portava anche gli occhiali… non poteva essere un maniaco, giusto?
Questi erano i miei pensieri mentre cercavo di autoconvincermi che non sarei morta accoltellata percorrendo quei 400 metri accanto a uno sconosciuto.
“Allora credo proprio che accetterò” dissi avvicinandomi a lui sotto quel piccolo rifugio giallo.
“E poi suppongo che sia la scelta migliore venire con te. C’è una probabilità molto più alta che io muoia per le complicazioni di una polmonite che non uccisa da te qui, in mezzo alla strada…”
Rise. “Vero. Ma, nel caso fossi un serial killer, come preferiresti morire?”
“Oh, non saprei. Però, se fosse possibile non vorrei macchiare questo vestito di sangue, sarebbe un vero peccato.”
“Lo sapevo! Mai nessuna che voglia farsi sgozzare. Devo smettere di fare questa domanda. Ora dovrò trovare un’altra sventurata senza ombrello.”
Carino, fan di Star Wars, amante dell’umorismo nero e disposto a condividere il suo ombrello.
Allora forse le favole non mi avevano mentito. Il principe azzurro esisteva, solo che ora non indossava più ridicole calzamaglie, ma si nascondeva tra i nerd.
“Eccoci qua”.
Eravamo già arrivati.
“Grazie mille” dissi, poi respirai, mi costrinsi a non arrossire e aggiunsi “Visto che ti costringerò a vagare alla ricerca della tua prossima vittima, posso almeno offrirti una bevanda calda… o fredda… o magari tiepida se sei indeciso.”
Il tempo sembrò dilatarsi, avevo il cuore che batteva come se avessi appena corso una maratona e la gola si era inaridita.
“No, ti ringrazio, devo andare”.
Quella risposta mi spiazzò completamente.
Con sei piccole parole, aveva bruciato l'intera pellicola del film mentale che avevo girato con tanta cura.
“Allora grazie ancora e ciao”. Mi girai ancora confusa per quel rifiuto.
“Aspetta!” Il mio cuore accelerò di nuovo  “Tieni questo, così non sarai costretta a bagnarti o a rubarlo a qualcuno nel bar” e mi porse un piccolo ombrello, che tirò fuori dalla sua tracolla in cuoio.
Poi si voltò e prima che potessi ringraziarlo di nuovo, stava già scomparendo nella pioggia.
Ora sentivo di nuovo il rumore della pioggia, era assordante.
Osservai il solo ricordo che avevo di quell'amore-lampo non corrisposto.
Mi specchiai in una delle pozzanghere.
E in quel momento capii che mi ero sbagliata, il mio sconosciuto, non era il principe azzurro, forse era un intrepido supereroe che combatteva contro i rovesci temporaleschi e ora grazie al mio piccolo ombrello anche io ero pronta ad affrontarli.

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